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Il Forte
Storia
Dalle origini al progetto Bertola
Il Forte di Fenestrelle nasce da un’esigenza strategica: difendere il confine tra il Regno di Sardegna e la Francia. Nel 1690, dopo la presa della zona da parte dei francesi, il duca Vittorio Amedeo II incaricò l’ingegnere militare Ignazio Bertola di progettare un’imponente fortificazione. I lavori iniziarono nel 1728.
I secoli di costruzione (1728–1850)
La costruzione richiese oltre 120 anni, a causa delle dimensioni e della complessità del terreno montano. L’opera si estese progressivamente con nuovi bastioni, caserme e camminamenti, fino a diventare una delle più grandi fortificazioni alpine d’Europa.
Fenestrelle presidio militare e prigione
Oltre alla funzione difensiva, il forte fu usato anche come prigione militare e civile. Nel XIX secolo ospitò prigionieri politici e militari, tra cui molti ufficiali borbonici dopo l’Unità d’Italia.
Il declino e l’abbandono post-1947
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il forte perse importanza strategica. Fu dismesso nel 1947 e, per decenni, lasciato all’abbandono e al degrado, finché non iniziarono i primi interventi di recupero grazie a iniziative civiche.
Architettura
La Grande Muraglia Piemontese
Il forte si sviluppa su 3 km di lunghezza e 635 metri di dislivello, collegando più complessi difensivi tramite una muraglia continua, da cui il soprannome di “Grande Muraglia Piemontese”.
La Scala Coperta (4000 scalini)
Unica nel suo genere, la scala coperta interna è un camminamento protetto con circa 4.000 gradini, che collega i diversi livelli del forte.
I tre complessi: San Carlo, Tre Denti, Delle Valli
Il complesso San Carlo è il cuore del forte, con la piazza d’armi e la polveriera. Tre Denti e Delle Valli completano la struttura, a monte, con altre postazioni difensive.
Le Ridotte (Santa Barbara, Porte, Ospedale)
Piccole fortificazioni secondarie servivano da magazzino, alloggio e difesa. La Ridotta Santa Barbara ospitava la polveriera principale.
Miti e Verità
La verità storica sui prigionieri borbonici
Contrariamente a una narrazione diffusa, il forte non fu un lager per prigionieri borbonici. Le fonti storiche confermano la presenza di detenuti, ma in condizioni consone alle pratiche militari dell’epoca.
Leggende e fraintendimenti
Molte storie, nate da testimonianze orali o da reinterpretazioni moderne, alimentano il mistero del forte. La visita guidata aiuta a distinguere i fatti storici dalle leggende.
